Flavio COSTANTINI
1926-2013
Dopo essere stato capitano di lungo corso, nel 1955 Flavio Costantini si trasferisce a Genova, dove comincia a lavorare nella grafica e nel design per l’industria tessile. La sua opera, sino alla metà degli anni Settanta, si richiama a forti ispirazioni politiche (dapprima comuniste, poi anarchiche). Con la fine degli anni Settanta i messaggi delle sue opere diventano criptici, attingendo al simbolismo delle opere di Kafka. Negli anni Ottanta illustra il naufragio del Titanic, nuova allegoria del mondo contemporaneo, realizza inoltre ad una serie di ritratti di scrittori e filosofi, collabora stabilmente con il Corriere della Sera, La Repubblica, Panorama, L’Espresso e altre testate nazionali, oltre a illustrare molti classici della letteratura italiana ed europea. Da un punto di vista stilistico, l’intera opera di Costantini ha un percorso completamente personale e autonomo: autodidatta, l’artista non hai mai nascosto la sua insofferenza per il mondo dell’arte e l’impossibilità di riconoscersi in un movimento artistico definito. Il tratto nero che delinea persone e architetture – a volte spesso, a volte solo un sottile reticolo che delinea le ombre – accompagna tutta la sua produzione ed è diventato una delle caratteristiche inconfondibili dei suoi dipinti.
Flavio Costantini, 1964 circa. Foto di Lisetta Carmi © Archivio Flavio Costantini